TRIESTE – Il 52% delle navi da crociera circolanti nel mondo sono già predisposte per allacciarsi alla rete elettrica di terra quindo sono ormeggiate in banchina, ma solo il 3% dei porti dispone del “cold ironing”.
Questi i dati resi noti da Clia, associazione internazionale delle compagnie crocieristiche alla quale aderiscono 45 compagnie con 330 navi (il 90% della flotta mondiale composta da 445 navi), per fare il punto sulla transizione ecologica del settore e presentati alla SMM (SMM (Shipbuilding, Machinery and Marine Technology trade fair) di Amburgo, fiera dell’industria marittima.
In particolare, sono 147 le navi da crociera nel mondo già predisposte a usufruire del “cold Ironing” ma solo 35 i porti con le banchine elettrificate.
Rispetto al 2023, si tratta di 27 navi in più (+23%), ma entro il 2028 saranno 239, fra quelle di nuova costruzione e quelle riadattate. L’impegno è arrivare al 100% entro il 2035. Ci sono, invece, 22 porti nei quali i lavori di elettrificazione sono già finanziati, 16 dei quali stanno pianificando i lavori.
Ha rincarato la dose Pierfrancesco Vago, chairman di Clia Europe e presidente esecutivo di Msc crociere, proprio commentando il report presentato alla SMM di Amburgo.
«Quest’anno abbiamo assistito a un enorme aumento del numero di navi equipaggiate per allacciarsi alla rete elettrica a terra in porto. Ma sono ancora troppo pochi gli scali in cui è presente questo tipo di infrastruttura. In Europa sono solo 16, di cui ben 10 tra Germania e Norvegia».
Secondo il manager però, è incoraggiante che ci siano una ventina di porti pronti ad attrezzarsi.
«Se le navi da crociera potessero connettersi all’elettricità in banchina per la metà del tempo di stazionamento in porto, raggiungerebbero il primo obiettivo di FuelEU maritime (riduzione del 55% entro il 2030 delle emissioni di gas serra derivanti dal trasporto marittimo, ndr) fra il 2025 e il 2029. Ecco perché questi investimenti sono così importanti» ha sottolineato Vago.
«Il settore sta lavorando in tutte le direzioni per ridurre l’impatto ambientale, dall’elettrificazione ai sistemi di pulizia dei gas di scarico all’utilizzo di nuovi carburanti più puliti con una riduzione da 2019 a oggi del 30% dei carburanti “pesanti”. Ma – ha concluso Vago – servono più infrastrutture di bunkeraggio».