TRIESTE – Un nome già c’era: Adriagateway. Ora, anche grazie ai 416,5 milioni di euro del Fondo complementare per i porti, Trieste sta per dare inizio ad una rivoluzione che prenderà il via nei prossimi mesi.
Le fasi del progetto complessivo sono state delineate nel Piano operativo triennale recentemente approvato dal Comitato di gestione in seno all’Autorità di sistema portuale.
La premessa è quella di voler superare il concetto “quantitativo e logistico” di porto, ricercando nuove componenti strutturali di sviluppo rivolte al futuro; l’idea di porto come un polo di innovazione energetica e investimenti industriali tecnologicamente avanzati. Ferrovia e investimenti privati restano però le parole chiave per leggere ciò che sta per accadere a Trieste.
Già nella seconda metà del 2020 l’Authority aveva presentato il progetto “Adriagateway: investimenti pubblici prioritari funzionali allo sviluppo generale delle nuove aree di espansione portuale definito dal vigente Piano Regolatore Portuale del Porto di Trieste”. Si tratta di una serie di opere di infrastrutturazione prioritarie e integrate per lo sviluppo della zona Sud-Orientale: dal Molo VII verso l’area della Valle delle Noghere, in direzione Muggia. Le opere andranno ad integrare e potenziare, si legge nel POT, “le componenti infrastrutturali localizzate lungo la dorsale ferroviaria che collega l’attuale cuore operativo del Porto di Trieste verso la zona di espansione”.
Le nuove infrastrutture di Adriagateway sono progettate nell’ottica di potenziare l’intermodalità green (mareferro); consentire (con interventi di bonifica) il recupero di siti fortemente inquinati; migliorare le prestazioni energetiche dei terminal puntando ad una sempre maggiore decarbonizzazione delle operazioni portuali. Si tratta di opere pubbliche dirette a fornire un supporto generale e complessivo all’intero sistema, fungendo da volano a investitori privati.
Gli interventi mirano a migliorare le connessioni di ultimo miglio dei terminali esistenti e in via di sviluppo, integrando nella rete infrastrutturale complessiva a servizio del porto e della zona industriale nuove opere ferroviarie (stazione di Servola) e viarie (raccordi di collegamento ai terminali situati fra Servola e Canale Navigabile); ma anche a garantire elevati standard di accessibilità marittima ai terminali esistenti e in via di sviluppo, attraverso interventi di dragaggio dei fondali e la costruzione di una cassa di colmata. Un altro obiettivo è quello di riconvertire in chiave logistico-produttiva siti industriali dismessi e localizzati nell’immediato retroterra della zona di espansione portuale, da dedicare a nuove attività logistiche e produttive in grado di beneficiare dell’accessibilità diretta alle infrastrutture di trasporto. Non ultima l’intenzione di elevare il livello di efficienza operativa e ridurre le emissioni inquinanti derivanti dalle operazioni portuali, con l’elettrificazione delle banchine.
I finanziamenti sono già stati resi disponibili, la procedura per l’affidamento dei lavori sarà semplificata. La tabella sottostante riporta le opere del progetto Adriagateway riconosciute nel Fondo complementare al PNRR per un investimento pubblico complessivo di 416,5 milioni di Euro.

 

 

Il Piano operativo triennale fornisce i dettagli degli interventi.

1- Il primo intervento (Estensione delle infrastrutture comuni per lo sviluppo del Punto Franco Nuovo del Porto di Trieste e integrazione ferroviaria) ha l’obiettivo di realizzare i collegamenti di ultimo miglio di terminali portuali esistenti, quali la Piattaforma Logistica, l’impianto Siderurgico di Servola nonché i depositi costieri. Tali collegamenti consentiranno di servire anche terminali portuali di prossima realizzazione, quali il Molo VIII.
In particolare saranno eseguite le opere ferroviarie della nuova stazione di Servola, che ricadrà in area demaniale marittima, occupando parte delle aree attualmente in concessione demaniale alla Società HHLLA – PLT, parte della viabilità di via degli Altiforni ed in parte nelle aree dello stabilimento siderurgico di Servola (ex area a caldo), già in corso di demanializzazione. La nuova stazione di Servola sarà costituita da un fascio di binari che possono ospitare convogli di lunghezza fino a 750 metri ed è eseguita come una sorta di bypass della esistente “linea alta” (linea a gestione RFI), da cui il collegamento ferroviario si diparte e a cui si ricollega. Alla infrastruttura ferroviaria che sarà eseguita, si collegheranno in un secondo momento altri fasci di binari (di fatto dei raccordi) da eseguirsi a cura dei diversi terminalisti e costituenti le aree di carico e scarico dei convogli.
Sotto il profilo ambientale si evidenzia che le opere da eseguire ricadono nel Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) Trieste e che pertanto andranno autorizzate le opere di messa in sicurezza permanente dei terreni, dove si eseguiranno le opere.
Questo intervento comprenderà anche la costruzione della infrastruttura viaria a servizio della stessa area portuale, che consiste nella costruzione di una rotatoria sul piano della attuale grande viabilità (infrastruttura gestita da ANAS) con rampe discendenti verso le aree portuali. L’intervento si completerà con la costruzione di una cassa di colmata (adiacente all’area dove sorgerà l’infrastruttura ferroviaria) e con la costruzione di edifici comprendenti le postazioni dell’Agenzia delle Dogane, della Guardia di Finanza, della Security portuale, la centrale SOT per i controlli fito-sanitari e veterinari, necessari a garantire i controlli degli enti preposti.

2- Il secondo intervento (Opere preparatorie all’insediamento di attività logistiche ed industriali in zona Noghere, in vista dell’integrazione con il costruendo terminal portuale Noghere) consiste nell’acquisto da parte di AdSP MAO di aree industriali limitrofe ad aree già possedute dal Consorzio di Sviluppo Economico Locale dell’Area Giuliana e nella loro infrastrutturazione di base.
Il sito di intervento, nell’ambito del quale si effettueranno le acquisizioni fondiarie, ha ampie dimensioni (circa 350.000 mq) ed è ubicato nella cosiddetta “Valle delle Noghere”, a nord di Strada delle Saline (comune di Muggia)47. La finalità dell’intervento è di rendere tale sito, attraverso adeguate opere di bonifica ambientale e di urbanizzazione, idoneo all’insediamento di attività logistiche e/o industriali. L’operazione comprende, oltre alla predisposizione delle infrastrutture dei sotto-servizi (elettricità, gas ed acqua), con potenziali adeguati anche per le attività industriali, la predisposizione di opere viabilistiche per l’attraversamento della S.P. n. 14 (Trieste-Muggia) e il collegamento con l’area del costruendo terminal portuale Noghere.

3- Il terzo intervento (Banchinamento parziale del Terminal Noghere, comprensivo di dragaggio del canale di servizio e di collegamento alla viabilità), è strettamente connesso al secondo e costituisce la prima parte della realizzazione del nuovo terminal portuale in area Noghere, opera già prevista nel PRP vigente, che comprenderà la costruzione di circa 700 metri di banchina e il dragaggio del fondale antistante. L’insieme dei due interventi costituisce quindi il nucleo di una prima fase di infrastrutturazione dell’area portuale delle Noghere, sito da anni dismesso ed in attesa di riconversione. Tali infrastrutture costituiranno il volano per investimenti di operatori privati nelle aree limitrofe (aree industriali esterne al PRP), aree per le quali c’è un forte interesse da parte degli operatori che attendono la costruzione di un nuovo sbocco sul mare.

4- Il quarto intervento (Componenti di intervento nel progetto di ammodernamento infrastrutturale e funzionale del terminal contenitori del Molo VII del Porto di Trieste) prevede la riqualificazione dell’esistente terminal del Molo VII.
Il Molo VII è un’infrastruttura costruita a partire dalla metà degli anni ’60, dedicata esclusivamente al traffico contenitori. La struttura, costruita in cemento armato precompresso, già da tempo mostra alcuni segni di affaticamento e soprattutto va ammodernata per rendere possibile l’installazione da parte del terminalista di gru di banchina di maggiore peso e capacità operativa. Si rendono, quindi, necessari delicati interventi infrastrutturali, sia di manutenzione di parti strutturali che di rinnovo delle vie di corsa, necessari ad ospitare il nuovo equipment di banchina. Gli interventi sulle infrastrutture si accompagneranno anche ad una riqualificazione funzionale del terminale con la creazione di aree per l’accatastamento dei contenitori completamente meccanizzate in luogo di quelle attualmente esistenti, gestite con mezzi gommati con operatore. L’intervento prevede, pertanto, un significativo rifacimento degli impianti elettrici di banchina con creazione anche di nuove cabine di distribuzione.