TRIESTE – E’ stato installato a dicembre ed è ora in funzione al porto di Capodistria il portale con riconoscimento OCR (Optical character recognition) per i container.
Collocato all’ingresso ferroviario del terminal container, il sistema riconosce i numeri dei container e dei vagoni, eventuali danni sui contenitori e simboli specifici per i carichi pericolosi. La registrazione automatizzata contribuisce a velocizzare le procedure di entrata/uscita ed elimina la presenza di personale addetto sul campo.
L’acquisto e l’installazione del gate fanno parte del progetto UE COMODALCE (Enhancing COordination on multiMODAL freight transport in CE), pensato per incrementare cooperazione e coordinamento tra gli operatori interessati al trasporto merci multimodale in Europa centrale. Il Fondo europeo di sviluppo regionale ha cofinanziato l’85% delle attività del progetto.
Gli impianti sono stati forniti da Camco Technologies e sono dotati di telecamere integrate con Intelligenza artificiale, in grado di registrare l’ID del container, del rimorchio e del vagone ferroviario, il codice ISO e le informazioni sul peso e la direzione del gate. Motori dedicati basati su reti neurali e tecnologia OCR iniziano immediatamente l’elaborazione dopo l’acquisizione dell’immagine. I dati vengono inviati al sistema operativo del terminal, aumentandone l’efficienza complessiva.
Il progetto COMODALCE, presentato a maggio del 2019, aveva come capofila l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale che gestisce i porti di Trieste e Monfalcone. L’obiettivo dei partecipanti – i principali porti e interporti europei come La Spezia, Capodistria, Rostock, Gdynia, Verona e Budapest – era quello di rendere il trasporto intermodale più efficiente e competitivo attraverso l’adozione di tecnologie innovative.
Una tecnologia simile a quelle appena entrata in funzione nel porto di Capodistria è stata installata anche nel porto di Trieste, ma non risulta ancora attiva dopo una prima fase di sperimentazione. Nello scalo del Friuli Venezia Giulia, infatti, la questione è più articolata a causa delle integrazioni con il resto dell’infrastruttura ferroviaria e della presenza del regime di Porto franco.