TRIESTE – Si è chiusa oggi a Trieste, con un resoconto pubblico, l’esperienza del progetto North Adriatic Maritime Incident Response System (NAMIRS).
Rappresentanti di Italia, Croazia e Slovenia si sono riuniti nella sede dell’Iniziativa Centro Europea (ICE) per illustrare i risultati del lavoro volto a istituire un meccanismo comune di salvaguardia del bacino Adriatico settentrionale, in caso di sversamenti di idrocarburi.
Nei due anni di attività del progetto, i partner hanno realizzato in tutti e tre i Paesi coinvolti un percorso formativo avanzato per gestire gli interventi antinquinamento sia in mare che lungo le coste. È stato inoltre completato un ampio lavoro di analisi e valutazione dei rischi connessi all’inquinamento da idrocarburi per il bacino del Nord Adriatico, che ha permesso di individuare le aree particolarmente sensibili, in modo da dare priorità agli interventi in caso di incidente.
Grazie a NAMIRS, inoltre, è stata organizzata la prima operazione antinquinamento congiunta su larga scala nel Nord Adriatico, tenutasi nel golfo di Trieste il 20 novembre 2023. L’esercitazione ha simulato un incidente con fuoriuscita di una quantità consistente di greggio, nel punto di intersezione tra le rotte di uscita-ingresso dai porti di Capodistria, Trieste e Monfalcone. Sono state testate le Procedure operative standard (POS), sviluppate nell’ambito del progetto come strumento per rispondere rapidamente e congiuntamente a livello transazionale. Tali procedure, assieme all’aggiornamento del Piano di emergenza subregionale, sono i due risultati più importanti del progetto NAMIRS.
Il progetto, guidato dall’ InCE e cofinanziato dall’Unione Europea, ha riunito la Guardia Costiera italiana, il ministero del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture della Repubblica di Croazia, l’amministrazione della Repubblica di Slovenia per la Protezione Civile e il Soccorso in Caso di Calamità, il Centro Adriatico di Formazione e Ricerca per la Risposta Accidentale all’Inquinamento Marino (ATRAC), l’Università di Lubiana, la Facoltà di Studi e Trasporti Marittimi (UL FPP), e l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS).
Il Segretario Generale InCE, Roberto Antonione, sottolineato l’importanza della cooperazione internazionale nell’affrontare i disastri ambientali, augurandosi che un simile livello di collaborazione possa essere esteso a tutto il Mare Adriatico. l’assessore regionale all’Ambiente, Fabio Scoccimarro ha proposto un quadro di collaborazione permanente per la salvaguardia del mare Adriatico e delle sue risorse.
A fare eco all’idea di una struttura permanente per la coordinazione, preparazione e gestione del rischio e delle operazione connesse ad un possibile sversamento di idrocarburi in mare anche il Giancarlo Antonio Di Lecce Relazioni internazionali della Corte dei Conti) che ha voluto evidenziare come una struttura di questo tipo già esista per il Tirreno.
Da parte slovena è intervenuto Rok Kamenšek, a capo dell’ufficio regionale del litorale dell’Amministrazione slovena per la protezione civile e i soccorsi in caso di catastrofi, rimarcando il ruolo cruciale giocato dalle attività di formazione congiunte e regolari, per garantire una risposta coordinata ed efficace in caso di sversamenti di idrocarburi.
Allo stesso modo si è espresso il professor Peter Vidmar, preside della Facoltà di Studi Marittimi e Trasporti dell’Università di Lubiana, secondo il quale NAMIRS ha rappresentato una grande opportunità perché per la prima volta è stata effettuata una valutazione comune del rischio per tutto il Nord Adriatico. Il tutto, tenendo conto anche di fattori socioeconomici e geomorfologici, sviluppando un nuovo metodo scientifico per determinare le zone marine e terrestri da considerare prioritarie, andando oltre la semplice attribuzione di carattere di sensibilità alle aree protette.
Damian Dundović, Capo settore per il Centro nazionale sulla Sicurezza della Navigazione (ministero croato del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture) ha ricordato come non sono solo le città costiere a beneficiare di tale cooperazione bensì l’intero Paese, in quanto un disastro in mare avrebbe un riscontro enorme sull’intera economia nazionale.
Vedran Martinic, direttore del Centro di formazione per la preparazione e la risposta all’inquinamento marino accidentale (ATRAC) di Fiume (Rijeka) ha espresso preoccupazione per il rischio crescente, derivante dal trasporto di merci pericolose attraverso il Mare Adriatico.
Vinko Bandelji ha portato i saluti istituzionali dell’OGS, istituto che ha avuto un ruolo fondamentale nello studio della simulazione e della valutazione del rischio.
In chiusura, Mitja Bricelj, coordinatore EUSAIR TSG3 del ministero dell’Ambiente e dell’assetto territoriale, ha reiterato la necessità di una struttura permanente nell’auspicio che gli sforzi fatti finora siano capitalizzati dalle istituzioni competenti.