TRIESTE – Dopo gli ottimi risultati dei primi sei mesi dell’anno, Fincantieri lancia l’allarme sulla necessità di reperire maestranze, rilanciando il progetto “Maestri del mare”.
La questione non è nuova, ma l’aumento del portafoglio ordini – 7,6 miliardi, più del triplo del primo semestre 2023 (2,1 miliardi) e superiori al dato dell’intero 2023 (6,6 miliardi) – la rendono ancor più pressante.
Le parole via social network di Luciano Sale, direttore Human Resources and Real Estate del colosso cantieristico, non lasciano spazio a grandi interpretazioni.
«A Oriente, dove il costo degli operai, della materia prima e dell’energia è basso a causa di standard qualitativi diversi dai nostri, si è concentrato lo shipbuilding “di serie”, per così dire, cioè le unità semplici dal punto di vista ingegneristico e realizzate quasi con una catena di montaggio. In Occidente, invece, sono rimaste le navi ad alta complessità, da crociera, per la Difesa, per l’offshore, che rappresentano una minima percentuale rispetto al totale di quelle prodotte ogni anno nel mondo e che mantengono la loro ragione d’essere proprio nel valore aggiunto che riescono a esprimere» spiega Sale.
«Questo valore aggiunto inizia in cantiere con gli sforzi dei nostri saldatori, carpentieri, molatori, tubisti e allestitori. Purtroppo, si tratta di professionalità che nel nostro continente, ma non solo, stanno sparendo, nonostante che, come ho cercato di spiegare, rappresentino una risorsa fondamentale per l’industria. A questa difficoltà se ne aggiungono altre, sempre esogene e di carattere macroscopico. Dobbiamo infatti considerare che il mercato del lavoro post-pandemia si è ripreso a ritmi che nessuno avrebbe immaginato, oltre al fatto di fronteggiare, ormai da anni, uno scenario demografico in drastico calo. Ci troviamo, insomma, nel pieno di una vera e propria sfida nell’attrarre e trattenere i giovani. Non a caso si parla di “guerra dei talenti” e ciò significa che, aziende come la nostra, impegnate a mantenere una posizione di leadership globale e che necessitano di competenze altamente specializzate, competono – continua il manager di Fincantieri – nella ricerca di determinate professionalità, poiché tutti ormai condividiamo che è solo attraverso il capitale umano che possiamo potenziare l’innovazione e la creatività».
«Dunque, che cosa ci siamo prefissati di fare? Non abbiamo una ricetta segreta, ma ci impegniamo per proporci con un’offerta distintiva sia in termini di candidate experience che di employee experience» spiega ancora Sale.
Fincantieri ha chiuso l’ultimo esercizio con un portafoglio ordini di 85 navi, ma per sviluppare un tale carico sarà reclutare al più presto nuove risorse qualificate. Non solo all’interno dei confini nazionali. «Sul fronte estero, ad esempio, in Paesi come Tunisia, Marocco, Ghana, Filippine e Vietnam, abbiamo creato scuole, centri di formazione, corsi di specializzazione e di lingua per favorire l’apprendimento e l’integrazione dei dipendenti stranieri. In Italia, tra le tante attività che portiamo avanti, ce n’è una di cui siamo particolarmente fieri. La abbiamo introdotta proprio per superare la cronica carenza di manodopera qualificata. Si tratta del progetto “Maestri del Mare”, nato nell’ambito di Distretto Italia, il programma di orientamento, formazione e inserimento al lavoro, lanciato nel 2023 dal Consorzio ELIS, di cui Fincantieri fa parte» aggiunge il direttore delle Risorse umane del Gruppo.
“Maestri del Mare” è un percorso di apprendimento di mestieri che creano valore, gli addetti alla costruzione delle grandi navi made in Italy. Un percorso basato su una visione strategica di mercato e di coscienza civile, volto a rafforzare tanto Fincantieri quanto il sistema Paese. L’iniziativa è nata non solo per colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro, ma anche per sostenere e accelerare il cambiamento del modello produttivo, legato all’impiego di competenze che oggi risultano sempre più difficili da reperire. L’obiettivo è quello di formarle da zero, immergendole nelle fasi del processo di costruzione della nave, impattate dall’automazione e dalla robotica, contribuendo ad accelerare il processo di digitalizzazione degli stabilimenti.
Nello specifico, è stato messo a punto un percorso di formazione retribuito, con moduli didattici che alternano docenze frontali e attività di laboratorio, che si conclude con attività di training on the job nei cantieri.
Il progetto pilota è stato avviato a fine 2023 e ha visto l’inserimento di 90 operai specializzati nei cantieri italiani del Gruppo. Un simile risultano non si registrava da decenni. Il successo di questa prima edizione, ha spinto Fincantieri a continuare ad investire nel progetto. Per questo è stata avviata una seconda fase che prevede la selezione, la formazione e l’assunzione di ulteriori 100 persone, con la mansione di operatori navali e addetti alla conduzione degli impianti navali. I primi corsi a prendere avvio, a settembre, si svolgeranno in Liguria. Il bando di selezione pubblica per la raccolta delle candidature per questi due corsi è attualmente aperto.