TRIESTE – Dopo la pandemia, i porti del Nord Adriatico aumentano la movimentazione di container con una media superiore all’11%.
Lo scrive Aiom (Agenzia imprenditoriale operatori marittimi Trieste) nell’ultima newsletter, sulla base dei dati ufficiali forniti da Authority e società di gestione di Trieste, Capodistria, Venezia, Ravenna e Fiume.
La spinta sui tre porti dell’Arco Nord Orientale, in particolare, si ritiene fornita dall’andamento delle economie emergenti del Centro Est Europa (Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, Polonia e Slovenia) le quali, a dati OCSE di novembre scorso, rispetto all’anno base 2015, registrano un tasso sopra i 120 punti, mentre i Paesi del blocco occidentale (Austria, Germania, Francia, Italia e Spagna) si mantengono intorno ai 107 punti.
Il servizio di apertura della newsletter è invece dedicato alla disamina dell’integrazione tra i porti di Trieste e Monfalcone, alla luce degli ultimi dati di traffico. «Non siamo più un sistema portuale tradizionalmente inteso, ma un network» aveva spiegato il presidente dell’Autorità portuale del Mare Adriatico orientale, Zeno D’Agostino, proprio a commento dei risultati 2022. Un modo per sintetizzare la strategia di resilienza in risposta ai cambiamenti profondi e alle incertezze che dalla pandemia in poi attraversano l’intera portualità. Un network che mette a sistema logistica, interporti e ferrovia, Punti franchi, piattaforme industriali, energia e connessioni digitali, sviluppando importanti condivisioni e sinergie con la Regione Friuli Venezia Giulia e crescenti ricadute economiche e occupazionali.
Un ampia analisi, Aiom la dedica anche alla “strana coppia” costituita da MSC e Maersk, nell’ottica della conclusione dell’Alleanza 2M, annunciata nelle scorse settimane.
La chiusura della newsletter è dedicata, invece, ad una specie di introduzione per un argomento che si sta affacciando già da qualche mese – in maniera più o meno convincente – tra gli operatori del Nord Adriatico e del porto di Trieste in particolare.
Dopo una serie di valutazioni generali sulla situazione globale, l’articolo ipotizza l’Africa come nuovo mercato, definendola il continente dove sono in essere tutti i problemi e i paradossi del mondo: quello demografico, quello economico, quello finanziario, quello sociale e quello climatico/ambientale.
“Quale riteniamo possa essere la chiave per affrontare e per costruire una nuova linea di sviluppo di traffico sia marittimo che terrestre, che sostenga nel contempo equilibri tollerabili dello sviluppo dell’economia mondiale, cercheremo di affrontarlo nelle prossime newsletter” conclude Aiom.