TRIESTE – Il caso Uljanik (Scoglio Olivi, cantiere di Pola) approda nelle aule di tribunale con il processo che avrà inizio domani.
Sono 13 gli imputati, nella maggior parte ex dirigenti dell’azienda, accusati di reati economici che avrebbero causato danni per circa 900 milioni di kune (13 milioni di euro).
Secondo le informazioni fornite dal Tribunale regionale di Fiume, nel procedimento penale contro Marinko Brgić e gli altri per abuso di fiducia nell’attività commerciale, il giudice Damira Delost ha fissato la prima udienza il 18 dicembre e le successive dall’8 al 12 gennaio e dal 5 al 9 febbraio del 2024. L’accusa era stata formulata nel 2020. Il dossier conta più di quindicimila pagine e, secondo la decisione del tribunale, la sentenza dovrebbe essere emessa entro la metà del 2025. Due dei tredici imputati, Anton Brajković, e Marinko Brgić, hanno presentato nell’aprile scorso una richiesta di processo abbreviato. Il presidente del tribunale regionale di Fiume, Vlado Skorup, ha considerato legittime le loro richieste ed ha fissato un termine di ventiquattro mesi per una decisione definitiva sul caso. Nel caso Uljanik l’imputato principale è l’ex membro del consiglio di amministrazione del cantiere navale Uljanik di Pola, Marinko Brgić, con lui altri undici ex dirigenti del cantiere navale di Pola ma anche del 3 Maggio di Fiume.
Nulla è dato sapere, invece, sul futuro del cantiere dopo le vicissitudini delle quali abbiamo scritto nei mesi scorsi e che hanno visto saltare offerte e aste.
Anche se non trapelano nomi e conferme, sono in corso trattative per il recupero delle aree da dedicare alla costruzione navale.
Resta in piedi, infine, anche un’ipotesi (anche questa prova di conferme ufficiali) che vedrebbe la chiusura delle attività di cantieristica a favore di uno sfruttamento della zona in chiave turistica.