TRIESTE – L’incontro di oggi al ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla vertenza Wartsila non ha soddisfatto sindacati e Regione.
Ciononostante, vengono segnalati passi in avanti rispetto alle possibili opzioni di vendita per dare un futuro all’impianto. Tre le realtà industriali in ballo, anche se l’advisor incaricato da Wartsila non ha fatto nomi, pur fornendo indicazioni sugli aspetti produttivi e occupazionali dei potenziali acquirenti.
Si tratta di un’azienda lombarda del settore automotive (fatturato annuo di 400 milioni di euro e siti produttivi in diversi Paesi), di una società di produzione di silos per l’agricoltura e per attività legate all’Oil & Gas (1.700 dipendenti e 275 milioni di fatturato annuo), e infine una terza azienda che produce elettrolizzatori per la produzione di idrogeno (si ipotizza una joint venture con Mitsubishi). Nessuno dei tre soggetti ha finora presentato una proposta vincolante né un business plan.
Per farlo ci sarà tempo fino al 14 aprile, mentre il governo ha già fissato al 18 aprile il prossimo incontro, durante il quale dovrebbero essere valutate le documentazioni.
Il presidente della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga, ha rivolto a Wartsila l’invito ad accelerare i contatti con i soggetti interessati, per giungere velocemente all’individuazione della nuova proprietà che dovrà impegnarsi nella reindustrializzazione del sito. L’obiettivo, sempre secondo Fedriga, rimane quello di mantenere la fabbrica di Bagnoli in una filiera produttiva strategica dal punto di vista nazionale e, allo stesso tempo, in accordo con le attività produttive del territorio, garantendo i livelli occupazionali comprensivi anche dell’indotto. Sono scesi a 330 i posti di lavoro in bilico (erano 451 l’anno scorso) dopo pensionamenti, uscite volontarie e trasferimenti nei reparti che dovrebbero restare in attività.
“Quello svolto oggi presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla vertenza Wartsila è stato un incontro interlocutorio: le tre aziende che, come riferito dalla multinazionale, hanno manifestato interesse per la reindustrializzazione del sito di Trieste non hanno allo stato presentato progetti concreti, suscettibili di una valutazione compiuta da parte delle organizzazioni sindacali” si legge in una nota siglata congiuntamente da Luca Trevisan, segretario nazionale Fiom-Cgil, e Marco Relli, segretario generale della Fiom-Cgil di Trieste.
“Il confronto aggiornato al 18 aprile prossimo dovrebbe, quindi, assumere il significato di un avanzamento del confronto dato che ci aspettiamo l’avvio di un negoziato su progetti concreti a salvaguardia dell’occupazione dei lavoratori, diretti e dell’indotto, in coerenza con l’originaria vocazione industriale del sito. E’ necessaria, inoltre, una verifica sul piano industriale di Wartsila Italia riferito al triennio 2023-2025 per rafforzare gli impegni industriali della multinazionale e i vincoli sociali all’occupazione. Anche per questo la Fiom chiede al Governo di intervenire e di svolgere un ruolo attivo sulla vertenza utilizzando tutte le leve e gli strumenti di cui dispone” conclude il comunicato.