TRIESTE – Dopo i risultati raggiunti negli ultimi anni (il porto di Trieste è il primo in Italia per numero di treni), l’Autorità di sistema portuale punta ora a costituire un “cluster logistico-ferroviario regionale”, per la gestione della capacità dei nodi portuali e logistici delle rispettive reti di riferimento.
L’obiettivo fa parte della strategia (portata avanti assieme alla Regione Friuli Venezia Giulia) per un’integrazione completa delle risorse logistiche del territorio. In tale contesto, l’Authority presenterà, nel corso del 2022, un Piano di marketing territoriale internazionale.
Le azioni di potenziamento della componente ferroviaria e intermodale fanno parte del Piano operativo triennale licenziato alla fine dello scorso anno e hanno come obiettivo quello di evidenziare il ruolo centrale giocato dall’organizzazione del sistema ferroviario sulla rete a corta distanza, che connette tutte le polarità logistiche (portuali e non portuali) regionali. Non è un caso che l’Authority abbia già costituito al suo interno una Direzione Infrastrutture Ferroviarie, proprio per diventare un riferimento per tutti gli attori della logistica portuale. Il passo successivo mira al conseguimento del ruolo di Gestore di Infrastruttura autorizzato da parte del’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (ANSFISA).
La seconda linea d’azione è quella della gestione e dell’ampliamento del “Comprensorio Ferroviario del Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale”. In applicazione alle direttive emanate dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) in materia di “accesso agli impianti di servizio e ai servizi ferroviari”, l’Authority promuoverà l’estensione del comprensorio agli asset ferroviari del sistema mediante l’adozione di un Regolamento della manovra ferroviaria e la nomina di un Gestore unico della manovra. Per questo si punta su Adriafer (controllata al 100% dall’Autorità di sistema), che già oggi ricopre questo ruolo all’interno del porto di Trieste. Le prime realtà ad essere coinvolte saranno il porto di Monfalcone e l’Interporto di Cervignano.
“Sul piano strategico, l’attuazione del comprensorio unico esteso a tutti gli asset del sistema portuale consentirebbe la gestione unitaria del servizio ferroviario – pur conservando il pluralismo dei soggetti operativi (società di trazione ed imprese ferroviarie) sotto la gestione unica – ed eviterebbe in tal modo sovrapposizioni gestionali e duplicazioni di servizi, rendendo così la modalità ferroviaria appetibile nell’interesse di tutti i clienti, anche per servizi di breve/medio raggio” specifica l’Authority.
Sempre in condivisione con i numerosi stakehoIder, la prospettiva futura è quella di includere l’interporto di Gorizia e altre piattaforme regionali, “… la cui posizione geografica risulta altamente strategica per l’ottimizzazione dei traffici su ferro, nonché all’inserimento delle realtà logistiche locali sui Corridoi UE Baltico-Adriatico e Mediterraneo”.
Ma le buone intenzioni non si fermano qui e, qualora fossero confermati risorse finanziarie e personale, si punta all’acquisizione di capacità ferroviaria, per il collegamento dei poli del sistema e la connessione dello stesso con le stazioni di confine di Tarvisio (Italia-Austria) e Villa Opicina (Italia-Slovenia).
Nel progetto in fase di sviluppo e con alcuni capitoli già realizzati o in fase di completamento, il Cluster logistico ferroviario diventerebbe anche una piattaforma di servizi. Il modello di riferimento rimane quello del gateway integrato con i collegamenti ferroviari, sul quale attivare ulteriori funzioni (ad esempio polmone in area di sosta per le unità di carico intermodali dei nodi logistici regionali) tali da anticipare anche alcune attività portuali e snellire il processo logistico. Il tutto con l’opportunità di implementare servizi accessori quali magazzinaggio, stuffing, servizi ai mezzi, ma ricoprendo anche la funzione integrata di gestione digitale, per garantire la continuità nella gestione del processo e le informative già attivate per il porto (controllo di accesso, PCS Sinfomar). Altri progetti potranno riguardare la condivisione delle risorse di capacità (convogli, carri), mentre come ipotesi di sviluppo, si pensa di valutare la costituzione di un Centro servizi integrato, per l’espansione della componente digitale del cluster.