TRIESTE – Mentre continuano le proteste per l’ipotesi di insediamento di una nuova acciaieria a Porto Nogaro, il Gruppo Danieli fa chiarezza sulla situazione e sui possibili vantaggi per Porto Nogaro e l’intero comprensorio.
Una pagina pubblicitaria sui quotidiani regionali è servita oggi al Gruppo Danieli – interessato nella costruzione dell’impianto in società con Metinvest (multinazionale ucraino-olandese) – per fissare alcuni punti in merito al progetto che viene contestato da comitati locali e Assomarinas.
“La società Metinvest non ha fino a ora confermato questo investimento di 2 miliardi di euro; lo farà entro Settembre 2023. Se, in base a molti parametri e precondizioni, deciderà positivamente, i siti in opzione sono tre, due in Italia (uno di questi è Porto Nogaro) e uno in un altro paese europeo. Danieli, che comunque costruirà l’impianto, supporta la scelta dell’area in Friuli Venezia Giulia” spiega Danieli, elencando le motivazioni della scelta.
“La costruzione dell’acciaieria sarà un esempio non solo europeo ma mondiale di sviluppo sostenibile per produrre acciaio green, aumenterà il Pil regionale di 2.8/3,2 miliardi di euro all’anno, pari all’8% di quello regionale e circa il 16% per il Friuli. Un dato per poter comparare: l’acciaieria prevista per Servola (a Trieste, ndr) avrebbe avuto un impatto ambientale venti volte superiore a questa ora progettata per Porto Nogaro. Il fondale del porto non viene attualmente dragato con la regolarità necessaria e questo porta alla insostenibile necessità di trasportare le merci su imbarcazioni più piccole per approdare” si legge nella comunicazione.
Si spiegano le tematiche legate alla tipologia dell’impianto, definito “un eccezionale e unico esempio di high-tech, di sviluppo sostenibile”, attirando poi l’attenzione sulla sostenibilità dei progetti Danieli e portando ad esempio le otto realizzazioni negli Stati Uniti. “… i parametri europei definiscono come virtuoso un impianto quando emette 283 kg di CO2 per ogni tonnellata di acciaio prodotta. L’impianto progettato per Porto Nogaro sarà molto, molto più virtuoso poiché ne prevede all’incirca 100 kg per ton, rendendolo considerabile a impatto nullo; e con l’idrogeno a disposizione, si potrà arrivare a 60 kg per tonnellata” scrive ancora Danieli.
Citata anche la questione delle maestranze, che sarebbero in maggioranza composte da tecnici ed ingegneri grazie all’elevata automazione, ai Big data, all’intelligenza artificiale. “Anche le nuove infrastrutture darebbero grandi benefici alla Zona Industriale Aussa Corno che movimenta oggi circa 3 milioni di tonnellate di merci all’anno, ma non ha porto né ferrovie, né strade adeguate. L’attuale traffico di 150.000 / 200.000 camion all’anno genera emissioni di CO2 ben superiori a quelle di una fabbrica green come quella prevista. Una fabbrica non nasce solo per produrre reddito ma anche per ridurre i disagi” si legge nella comunicazione.
Per quanto riguarda la questione ambientale, invece, si ricorda che, non essendo ancora approvato l’investimento da parte di Metinvest, non si è dato inizio all’iter dell’Arpa (Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente) per le autorizzazioni necessarie.