TRIESTE – Luka Koper ha completato la costruzione di uno dei più grandi impianti solari della Slovenia, collocato sui tetti dei magazzini del terminal merci varie al porto di Capodistria.
La capacità totale è di 3,3 MW, ed è stato realizzato nell’ambito del progetto SOPOREM. Il costo di 2,8 milioni di euro ha ottenuto un finanziamento di 1,3 milioni di euro dal programma Meccanismo finanziario dello Spazio economico europeo.
La nuova centrale energetica, distribuita su circa 15.000 metri quadrati, contribuirà in modo significativo a una maggiore indipendenza energetica dello scalo, producendo ogni anno una quantità di elettricità pari a quella necessaria a 880 famiglie medie in Slovenia.
«Quasi in contemporanea al progetto SOPOREM, abbiamo costruito nel porto due impianti solari più piccoli da 0,9 megawatt e nei prossimi anni installeremo altri impianti sui tetti dell’edificio del terminal container e su altri magazzini per merci varie. Il nostro obiettivo è quello di raggiungere un totale di 10 MW di energia solare entro il 2030, sufficiente a fornire più di un quarto del consumo totale di elettricità stimato in quel momento» ha spiegato Nevenka Kržan, presidente del Consiglio di amministrazione di Luka Koper, società che gestisce lo scalo.
Il progetto SOPOREM è finanziato da Islanda, Liechtenstein e Norvegia nell’ambito del Meccanismo finanziario dello Spazio economico europeo. «La promozione dell’energia verde rimane una priorità per entrambi i programmi del meccanismo finanziario, in quanto è un elemento chiave nella lotta al cambiamento climatico e nella promozione dello sviluppo sostenibile in tutta Europa. Le fonti energetiche alternative verdi hanno il potenziale non solo di essere sostenibili, ma anche di aumentare la sicurezza energetica, creare posti di lavoro e ridurre le emissioni di CO2» ha commentato l’ambasciatore del Regno di Norvegia, Trine Skymoen, presente all’inaugurazione dell’impianto.
Luka Koper, inoltre, ha concluso anche il progetto EALING, che ha coinvolto un consorzio di 22 partner provenienti da nove Stati membri dell’UE. Oltre al capofila, il Porto di Capodistria, erano presenti partner provenienti da Spagna, Italia, Grecia, Bulgaria, Germania, Romania, Irlanda, Portogallo e Slovenia. Il progetto ha prodotto un Piano energetico e climatico con una valutazione degli impatti ambientali del porto di Capodistria fino al 2030, con una prospettiva al 2050, che fornisce un quadro di riferimento per gli esperti e una base per l’ulteriore sviluppo e l’attuazione di progetti di transizione energetica e climatica.