TRIESTE – La Commissione Ue adotta una nuova proposta sulla trasporto intermodale, per favorire sostenibilità economica e ambiente.
La proposta riguarda il trasporto merci che utilizza due o più modalità, rispetto al trasporto esclusivamente su strada. La proposta aggiorna l’attuale direttiva e completa il pacchetto Greening Freight, la cui parte principale è stata adottata nel luglio 2023. Il pacchetto aiuterà il settore del trasporto merci a fare la sua parte nel raggiungimento degli obiettivi di Green Deal dell’UE.
Il sostegno si concentra sulle operazioni che riducono di almeno il 40% le esternalità negative rispetto alle operazioni solo su strada tra gli stessi punti di partenza e di arrivo. Le piattaforme digitali istituite nell’ambito del regolamento sulle informazioni elettroniche sul trasporto merci (eFTI) forniranno uno strumento di calcolo che consentirà agli organizzatori del trasporto di dimostrare se la loro operazione è ammissibile al sostegno.
Oltre alle misure normative esistenti, la proposta introduce un’importante esenzione dai divieti di circolazione temporanei, come i divieti di circolazione nei fine settimana per il trasporto combinato. L’obiettivo è quello di migliorare l’utilizzo della capacità dei terminali e delle altre infrastrutture, consentendo ai camion che effettuano brevi tragitti di collegamento, di raggiungere i terminali quando ne hanno bisogno, in base agli orari di partenza di treni e navi.
La proposta fissa agli Stati membri un obiettivo di competitività per ridurre di almeno il 10% il costo medio “door to door” delle operazioni di trasporto combinato entro sette anni, e chiede loro di mettere in atto le politiche necessarie per raggiungere questo obiettivo. Un nuovo portale UE per le informazioni sul trasporto intermodale fornirà collegamenti ai quadri politici nazionali di tutti gli Stati membri, nonché informazioni pratiche sulle misure in atto, aumentando la trasparenza delle misure nazionali.
La proposta sarà ora esaminata dal Parlamento europeo e dal Consiglio nell’ambito della procedura legislativa ordinaria.
La direttiva sul trasporto combinato è stata modificata l’ultima volta nel 1992. La Commissione ha presentato due precedenti proposte di aggiornamento della direttiva, nel 1998 e nel 2017; in entrambi i casi, la proposta di modifica è stata ritirata dalla Commissione in quanto i colegislatori non hanno raggiunto un accordo soddisfacente. Alcune parti della direttiva sono tuttavia obsolete, la definizione e i criteri di ammissibilità causano problemi pratici al settore e il sostegno non è efficace come potrebbe. Con l’European Green Deal, la Commissione ha proposto nuovamente di modificare la direttiva per fornire un quadro di sostegno più ambizioso per il trasferimento modale che faccia davvero la differenza.
«Siamo ovviamente soddisfatti della decisione della Commissione Europea, che punta esplicitamente sugli incentivi al trasporto combinato per permettere agli Stati membri di centrare gli obiettivi fissati al 2030 e al 2050 per una logistica sostenibile. Questo dovrebbe rafforzare le politiche dello Stato e della Regione Autonoma FVG in merito agli investimenti infrastrutturali e digitali, già in corso di realizzazione. Tuttavia rimaniamo perplessi – commenta il presidente di Confetra Fvg, Stefano Visintin – in merito ai tempi con cui gli Stati membri saranno in grado di dotarsi di una legislazione coerente: pensiamo semplicemente al fatto che attualmente in Italia i proprietari delle merci le fanno viaggiare con documenti cartacei incongrui con il contratto di trasporto che hanno concluso o che altri hanno concluso per loro. Le associazioni di categoria che rappresentano il commercio, l’industria e la logistica devono lavorare molto di più per accrescere la coscienza nelle imprese italiane che il trasporto delle proprie merci non è un fastidio di cui liberarsi, ma un’opportunità di offrire un servizio in più ai loro clienti e di creare valore aggiunto».
Visintin cita come esempio il recentissimo convegno “Container Italy: integrazioni verticali e cambiamenti epocali” di Milano, dove i rappresentanti industriali hanno chiesto servizi intermodali che esistono da anni, ma dei quali non avevano nessuna conoscenza.
«La conoscenza e l’accesso ai servizi è un elemento fondamentale, sul quale tutti gli attori della catena logistica devono fare molto di più: pochissimi servizi ferroviari sono accessibili a caricatori o spedizionieri che hanno solo una unità di carico, mentre spesso sono riservati – conclude Visintin – a chi riesce a caricare treni completi. Treni che, ricordiamo, saranno sempre più lunghi e sempre più pesanti per rendere efficace la transizione ecologica».