TRIESTE – Il Veneto è la terza regione più esposta e il Friuli Venezia Giulia la sesta a causa della crisi del Mar Rosso e delle ricadute sull’export.
Lo spiega uno studio di Confartigianato a livello nazionale, secondo il quale l’escalation della crisi in Medio Oriente rischia di penalizzare fortemente il made in Veneto, che con quasi 6 miliardi di euro di merci esportate via mare attraverso il Canale di Suez e il Mar Rosso, è esposta per il 3,2% del Pil.
Ammonta a poco più di due miliardi di euro per il Friuli Venezia Giulia, invece, il valore di prodotti trasportati via mare attraverso la stessa rotta.
Secondo il presidente di Confartigianato Imprese Veneto, viene rallentato l’approvvigionamento di prodotti essenziali per la trasformazione della manifattura veneta. Inoltre il Qatar ha deciso di sospendere il passaggio delle sue navi cisterna con il Gnl destinate anche al rigassificatore di Rovigo, con il rischio concreto di una nuova impennata dei prezzi dell’energia.
Il Friuli Venezia Giulia, invece, risulta la sesta regione più esposta, dopo Lombardia, con 12,9 miliardi di euro, Emilia Romagna (9,4 miliardi), Veneto (5,7 miliardi), Toscana (4,7 miliardi) e Piemonte (4,1 miliardi).
Ammontano a 8,8 miliardi, 95 milioni al giorno, i danni per il commercio estero italiano accumulati tra novembre 2023 e gennaio 2024 a causa della crisi nel Mar Rosso. Lo rileva la stessa Confartigianato, che ha calcolato l’impatto del calo di traffico di navi mercantili tra l’Oceano Indiano e il Mar Rosso sui flussi dell’interscambio commerciale dell’Italia con Asia, Oceania, paesi del Golfo Persico e del Sud-est dell’Africa. In particolare, negli ultimi 3 mesi, l’Italia ha perso 3,3 miliardi, pari a 35 milioni al giorno, per mancate o ritardate esportazioni e 5,5 miliardi (60 milioni al giorno) per il mancato approvvigionamento di prodotti manifatturieri.
Secondo Confartigianato, la crisi investe anche le piccole imprese del settore trasporti. Nelle 14 province in cui sono localizzati i 15 maggiori porti con almeno un milione di tonnellate di merci movimentate attraverso il Mar Rosso, sono a rischio 2,5 miliardi di euro di fatturato del sistema di trasporto e logistica, che conta complessivamente 13.000 imprese, di cui 7.979 imprese nell’autotrasporto merci, 1.136 imprese nel trasporto marittimo di merci e 5.683 imprese nei servizi della logistica.
Gli effetti della crisi si manifestano con l’allungamento dei tempi di consegna delle merci, dovuto all’utilizzo di rotte che circumnavigano l’Africa, e all’aumento del costo del trasporto marittimo. Basti dire che l’indice del costo del trasporto marittimo dalla Cina nella settimana terminante al 12 gennaio 2024 è aumentato del 120,6% rispetto alla settimana precedente all’inizio degli attacchi alle navi occidentali.