TRIESTE – Accessibilità portuale, manutenzione canali e gestione dei fanghi, crocieristica sostenibile, operatività MOSE e competitività del porto con servizi tecnico-nautici e intermodalità.
Sono queste le priorità per garantire un futuro al porto secondo Venezia Port Community, il comitato di ben 36 realtà locali, riunitosi due giorni fa per lanciare un messaggio in vista delle prossime sfide. La comunità che intende promuovere le attività dello scalo chiede anche certezza sul quadro normativo delle concessioni.
«Attraverso Venezia alimentiamo l’industria siderurgica, esportiamo impiantistica, ci sono le crociere che hanno bisogno di trovare delle soluzioni stabili – ha ricordato il presidente del comitato, Alessandro Becce, ad di FHP Holding portuale – e ci sono i container che hanno bisogno di soluzioni in relazione all’accesso del porto». Se non si interviene sui punti cardine descritti da Venezia Porto Community, lo scalo «… rischia la marginalità. Dobbiamo stare molto attenti perché rischiamo di perdere il momento. Un momento di grandi cambiamenti» ha detto ancora Becce.
Venezia Port Community è composto da 36 rappresentanti di associazioni e operatori del cluster portuale e si è ufficialmente costituito lo scorso luglio con l’elezione degli organi direttivi e l’approvazione dello statuto nell’assemblea dei soci, anche se l’attività era già in corso da oltre un anno. Alla presidenza del Comitato Direttivo (10 membri rappresentativi dei diversi settori del cluster), è stato eletto Alessandro Becce, affiancato da tre vicepresidenti: Alessandro Santi (sistema camerale, agenti e spedizionieri), Sergio Lucchi (settore industriale) e Michele Cazzanti (espressione di Confindustria Venezia e Rovigo, settore crociere).