TRIESTE – La Giunta della Regione Veneto ha approvato ieri l’intesa che permetterà alla società che gestisce l’impianto di Porto Levante (Rovigo) di aumentare di 600 milioni l’anno i metri cubi di gas prodotto.
«Il rigassificatore è uno dei perni della politica energetica regionale. Mentre tanti parlano di realizzare impianti, noi uno ce l’abbiamo e siamo felici possa essere potenziato per sostenere le attività del territorio veneto» ha dichiarato il presidente della Regione, Luca Zaia.
L’intesa passata in Giunta permetterà allo Stato di rilasciare alla società Terminale GNL Adriatico S.r.l. l’autorizzazione all’aumento della capacità massima di rigassificazione del terminale offshore, da 9 miliardi di metri cubi per anno a 9,6 miliardi.
L’aumento della portata di rigassificazione comporterà, inoltre, un incremento dei volumi di GNL approvvigionati via nave, con conseguente aumento – seppur minimo – del numero annuo di navi metaniere che attraccheranno e scaricheranno al terminale (5/7 navi l’anno).
L’impianto è appoggiato sul fondale marino a una profondità di circa 29 metri, a una distanza di circa 15 chilometri dal punto di approdo a terra della condotta e a una distanza minima di circa 12 chilometri dalla costa, a Nord-Est di Porto Viro. Nell’ambito della struttura a gravità sono alloggiati due serbatoi per il GNL con capacità di 125mila metri cubi ciascuno; sulla sua copertura sono installati gli equipaggiamenti di rigassificazione e tutte le utilities necessarie per il funzionamento e gestione dell’impianto. Il GNL, trasportato a pressione atmosferica e ad una temperatura di -162° C da navi metaniere, viene inviato alla rete di terra una volta riportato in fase gassosa. Il gas è quindi inviato, per mezzo di un gasdotto di diametro 30″ e di lunghezza pari a circa 40 chilometri, alla stazione di misura nel Comune di Cavarzere (Venezia) e poi alla rete nazionale gasdotti.
«L’aumento richiesto non comporta modifiche strutturali, impiantistiche o di processo rispetto all’attuale configurazione dell’impianto e sarà ottenuto mediante un’ottimizzazione del regime di funzionamento, tenuto conto delle condizioni operative e delle esigenze manutentive» precisa l’assessore allo Sviluppo economico ed Energia della Regione del Veneto, Roberto Marcato.
L’ottimizzazione verrà ottenuta estendendo il regime massimo anche a periodi diversi da quelli inizialmente programmati, tenuto conto delle condizioni operative e delle esigenze manutentive dell’impianto. «Tutto ciò – sottolinea ancora Marcato – è in linea con le politiche che stiamo mettendo in atto per l’autosufficienza energetica con massimo impegno sulla redazione di un nuovo piano energetico regionale e sulle fonti rinnovabili».
La Regione Veneto ha anche voluto precisare che le autorizzazioni dei terminali di rigassificazione sono rilasciate all’esito di un procedimento unico di competenza dello Stato in Conferenza di servizi, alla quale partecipano le amministrazioni competenti in materia urbanistica, ambientale, fiscale e di sicurezza, nonché le altre amministrazioni titolari di interessi coinvolti dalla realizzazione dell’intervento. Conclusa la fase istruttoria il MASE (ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica) attesta l’espressione della posizione delle amministrazioni convocate in Conferenza dei Servizi e richiede l’espressione dell’intesa regionale. Intesa che, nel caso specifico, è stata approvata ieri dalla Giunta regionale del Veneto.