TRIESTE – Alcuni operatori friulani coinvolti dallo stop del collegamento ferroviario fra Interporto Pordenone e Duisburg lamentano disservizi da parte di Hupac e chiedono una soluzione stabile.
«Siamo stati avvisati all’ultimo momento e siamo disperati. Stiamo cercando altre soluzioni per spedire la merce, ma tutto ciò che sta accadendo mina in maniera fondamentale l’operatività intermodale» spiega Alessandro Formaro, titolare di una società di trasporti del pordenonese.
Hupac ha annunciato nei giorni scorsi un servizio ferroviario tra Interporto Padova e Busto Arsizio, anche per venire incontro ad una sospensione (che dovrebbe durare un mese, ma non ci sono comunicazioni ufficiali) del collegamento tra Interporto Pordenone e Duisburg, a causa dei lavori lungo le linee ferroviarie interessate.
«È su nostra insistenza che è stato istituito un treno tra Padova e Busto Arsizio e per quanto riguarda il servizio su Duisburg, per il quale abbiamo investito, comprando una notevole quantità di semirimorchi, va detto – continua Formaro – che le cancellazioni erano talmente frequenti da non poterlo quasi definire un servizio stabile. Ora vorremmo capire cosa succede dal 18 maggio in poi, quando avranno termine i lavori sul tratto austriaco. La decisione ha un impatto importantissimo sulle nostre operazioni, abbiamo allungato le tratte nazionali per raggiungere gli interporti dove c’è un servizio, con ovvio aumento dei costi. Abbiamo chiesto colloqui con Hupac e abbiamo chiesto anche l’intervento di Interporto Pordenone. Suppongo che ci sarà stato un accordo tra le due parti per lo sviluppo dell’intermodale. Ad ogni modo, c’erano già state delle situazioni non confortanti, questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso».
Preoccupato per la decisione di Hupac anche Valter Pevere, titolare dell’omonima impresa di trasporti, con sede principale in Friuli ma con con presenze importanti anche nel resto d’Europa.
«Eravamo a conoscenza del fatto che Hupac avrebbe chiuso il servizio e c’eravamo già organizzati per imbarcare a Trieste i semirimorchi. Il problema è che Hupac non riesce a fare il treno completo. E quindi chiude. Ma la politica di incentivare i semirimorchi sul treno va mantenuta costantemente, non è possibile che quando non ci sono le condizioni, si chiuda il servizio. Non stiamo parlando di un giocattolo per bambini, si tratta di costi importanti: noi abbiamo acquistato 50 semirimorchi, ma anche altri hanno fatto investimenti» spiega Pevere.
Anche in questo caso vengono chiamate in causa le istituzioni e la necessità di decisioni collegiali. «Credo che sia necessario coinvolgere la Regione per discutere la problematica. Gli operatori devono fare massa critica. Nel frattempo l’amministratore delegato di Interporto Pordenone – conclude Pevere – si è dichiarato disponibile, anche coinvolgendo Confindustria».
Getta acqua sul fuoco proprio Alfredo De Paoli, amministratore delegato di Interporto Centro ingrosso Pordenone: «Si tratta di una sospensione finché durano i lavori sui Tauri (tunnel lungo la ferrovia austriaca, ndr), ma dopo il servizio verrà ripreso. Del resto va detto che si tratta di una questione di carattere generale: noi creiamo gli hub, ma poi i problemi ci sono. RFI, ad esempio, si sta già preoccupando dell’aumento del numero dei treni. Ad ogni modo, in settimana parlerò con Huapc, proprio per verificare come come garantire il servizio, rassicurando i clienti Pordenone».