TRIESTE – Forma della banchina leggermente modificata, iter burocratico che avanza e lavori che stanno per iniziare al terminal ungherese dell’ex Aquila, nell’area più medirdionale del porto di Trieste.
Stanno per partirei lavori per il banchinamento dell’area che nei prossimi anni darà vita al terminal ungherese di Adria Port, dove un tempo sorgeva la raffineria Aquila.
Nel frattempo, il Comitato di gestione dell’Autorità portuale di Trieste ha approvato una variazione della concessione. Si tratta modifica per consentire di eliminare i “denti” pensati per accogliere le navi Ro-Ro, riprogettando la banchina in linea retta.
Prosegue, nel frattempo, l’iter burocratico che la società di diritto ungherese sta portando avanti per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie all’inizio dei lavori. Continuano anche i contatti con realtà locali e internazionali che faranno da partener al progetto, mente non è escluso che l’area possa ospitare le attività di Genoa Metal Terminal, oggi presenti in Porto Vecchio.
Nel 2020 la società Adria Port zrt, società pubblica controllata al 100% dal Ministero degli Affari Ungheresi e del Commercio Estero, è divenuta proprietaria al 100% della società Aquila S.r.l. con l’obiettivo di realizzare un nuovo terminal multifunzione, una base logistica portuale destinata al traffico di general cargo, Ro-Ro, project cargo ed alla gestione dei container.
Il progetto prevede, nella fase iniziale, il banchinamento di circa 27.000 metri quadrati con un fronte banchinato di circa 700 metri del Terminal Noghere nel Porto di Trieste, il dragaggio del canale di servizio al nuovo terminal Ro-Ro uniformato a quota -13m s.l.m.m. e la realizzazione di un’infrastruttura stradale di collegamento alla viabilità esistente (via Flavia).
Una nuova soluzione progettuale, non prevede più la costruzione della piattaforma galleggiante per Ro-Ro e della passerella in acciaio su pali, con conseguente diminuzione dell’area scoperta in concessione. L’investimento totale stimato è di 206,4 milioni di euro, di cui circa 48,9 relativi all’area in concessione e circa 157,5 relativi all’area privata.
Per questo motivo, l’Authority ha ricevuto e approvato le modifiche con conseguente riduzione della superficie complessiva dei beni in concessione, da 63.203 a 60.520 metri quadrati. In particolare, un capannone di 1.056 metri quadrati, un’area scoperta 59.063 metri quadrati e un edificio demaniale (pertinenza) di 401 metri quadrati.