TRIESTE – Adriafer sigla un accordo con Sangritana (impresa ferroviaria di manovra della Regione Abruzzo) per una collaborazione sulla tratta Adriatica.
Un vero e proprio ponte virtuale è stato costruito nei mesi scorsi dalla controllata dell’Autorità portuale di Trieste, fra lo scalo del Friuli Venezia Giulia e l’Abruzzo. La collaborazione, infatti, offrirà a tutte le imprese abruzzesi, un accesso veloce e competitivo al porto di Trieste. «La competitività dell’Abruzzo passa attraverso il trasporto ferroviario ed un nuovo modello della catena della supply chain strettamente connessa sia alla qualità del servizio, che alla riduzione dei costi, fattori che si traducono proprio in aumento di competitività delle imprese» ha spiegato Maurizio Cociancich, amministratore delegato di Adriafer. Un accesso al porto del quale usufruirà anche la Walter Tosto, azienda dalla consolidata esperienza nella progettazione e produzione di componenti critici per l’industria chimica, petrolchimica, Oil & Gas e energia. Oltre ai sei stabilimenti di Chieti e i due insediamenti in Romani, il Gruppo abruzzese controlla a Trieste la società Seastock, da poco subentrata nella concessione di Depositi Costieri, rilevata da Walter Tosto per 6,4 milioni di euro ad un’asta fallimentare.
Al Punto Franco Olii minerali del Porto di Trieste, Walter Tosto desidera sviluppare l’attività di stoccaggio (gasolio e nafta), ma soprattutto il collegamento con la rete ferroviaria. A quest’ultima parte penserà Adriafer come società di manovra del porto di Trieste. Ma la collaborazione potrebbe non fermarsi qui. Sono infatti in corso colloqui per una partnership anche in merito alla ricerca e sviluppo sul tema dell’idrogeno, che vede impegnata Adriafer anche su altri fronti. Uno di questi riguarda l’accordo con Arap, l’Azienda Regionale Attività Produttive dell’Abruzzo.
Già a marzo, in occasione dell’Expo di Dubai, erano state gettate le basi per uno scambio di conoscenza che implica lo sviluppo dell’energia rinnovabile e in particolare per stringere i tempi sulla transizione verso l’utilizzo di idrogeno e fonti alternative a quelle fossili, non più solo per ragioni ambientali, «… ma anche di sostenibilità economica e finanziaria» avevano spiegato i diretti interessati. L’interesse di Adriafer, che muove circa 10mila treni l’anno, è quello di procurarsi energia “pulita”, ma a costi sostenibili.