TRIESTE – MSC (Mediterranean shipping company) è pronta ad attivare a Trieste la produzione di 1000 carri ferroviari l’anno, riassorbendo i 300 dipendenti Wartsila e procedendo a nuove assunzioni.
Questa la sintesi di quanto emerso oggi a Roma durante il tavolo al ministero delle Imprese e del Made in Italy, organizzato per affrontare il tema della reindustrializzazione del sito di Bagnoli della Rosandra (a due passi dal porto di Trieste), dopo l’abbandono della produzione di motori marini da parte dell’azienda finlandese.
Di particolare interesse l’intervento del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che ha evidenziato un’enorme opportunità legata al percorso di recupero dell’area industriale.
«Un’occasione per lo Stato di intervenire sul piano dell’attivazione dei vantaggi offerti dal Porto franco, in un’ottica di opportunità – ha detto Fedriga, presente in teleconferenza – per l’attrattività delle aziende che riguarda non solo il Friuli Venezia Giulia ma l’intera Nazione». Il riferimento propone l’utilizzo delle prerogative dello scalo in base all’Allegato VIII del Trattato di pace tra l’Italia e le potenze alleate e associate, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947. Prerogative mai completamente attivate.
Per lo stabilimento di produzione di carri ferroviari, infatti, MSC avrebbe chiesto di poter usufruire dei vantaggi legati al Porto Franco, tema che – una volta chiarito – potrebbe portare ad altri interessanti insediamenti produttivi nelle poche aree ancora a disposizione, dando vita a quel collegamento tra porto e industria tanto auspicato dal presidente dell’Autorità di sistema portuale, Zeno D’Agostino.
L’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, ha sottolineato come oggi si sia parlato di numeri, progetti concreti e un’idea precisa di piano di ricollocazione occupazionale. «Va sottolineato a questo punto – ha aggiunto Rosolen – che quello di oggi è l’inizio di un percorso che vedrà il suo punto di partenza nella sottoscrizione dell’Accordo di programma, all’interno del quale ogni parte in causa prenderà formalmente i suoi impegni nell’ambito di una road map condivisa. Inoltre, saranno affrontati anche i temi della permanenza di Wartsila e della difesa dell’indotto».
Al termine della riunione odierna è stata fissata per mercoledì 27 marzo la prossima convocazione del tavolo, con all’ordine del giorno l’avvio dei lavori per la sottoscrizione dell’Accordo di programma. Accordo che si vorrebbe firmare entro giugno per poi dare il via al progetto MSC entro 36 mesi.
Le linee guida del Piano industriale di MSC sull’area di Wartsila prevedono la produzione di carri ferroviari per il trasporto merci. Carri tecnologicamente avanzati per sostituire un parco europeo ormai vetusto e che nei prossimi anni vedrà un incremento del trasporto su rotaia in Europa dal 15% attuale fino al 30/40% nel decennio 2030-2040. Nello stabilimento di Trieste si dovrebbero realizzare anche componenti per carri ferroviari poi destinati ad un’altra fabbrica in Europa. L’obiettivo è di una ricollocazione del personale pari o superiore all’attuale esubero di Wartsila (circa 300 persone), con la disponibilità a valorizzare anche una parte di indotto.
Durante i colloqui di oggi al Ministero, è intervenuta anche Ansaldo Energia, dichiarando di fatto la fine dell’interesse su Trieste. Pur ringraziando tutti i soggetti costituenti il tavolo ministeriale, secondo il gruppo genovese sono venute meno le condizioni per realizzare l’investimento ipotizzato.
I sindacati hanno espresso soddisfazione per l’avvio di un percorso che pone le basi per risolvere una crisi e creare le prospettive per il futuro di un’area e di un sito strategico per il Paese. Espresso però, anche il rammarico per aver visto sfumare l’opportunità di Ansaldo Energia, come ulteriore asse di sviluppo industriale. Nei prossimi incontri le organizzazioni sindacali verificheranno con maggior dettaglio il piano industriale di MSC, per poter fornire un giudizio di merito più articolato.