TRIESTE – Una pioggia di milioni in assestamento di Bilancio, attenzione alla rete di Interporti e alla viabilità interna con un occhio oltreconfine: Cristina Amirante, neoassessore del Friuli Venezia Giulia alle Infrastrutture e Territorio conferma la volontà di sviluppare il progetto “Regione-porto”. Un sistema logistico, in collaborazione con l’Autorità portuale di Trieste, che prevede forti interventi nel pordenonese, ma che conferma l’importanza di Porto Nogaro e della Zona logistica semplificata.
Subito dopo il suo insediamento, evidentemente in quanto argomento sentito, lei ha parlato della necessità di avere l’Alta Velocità ferroviaria in Friuli Venezia Giulia. Come intende agire, dal suo ruolo, perché ciò avvenga?
«Come assessore regionale alle Infrastrutture e Territorio ho ritenuto evidenziare la necessità di avere l’Alta Velocità ferroviaria. Il Friuli Venezia Giulia è una regione strategica, situata al confine con l’Austria e la Slovenia e con un porto importante come Trieste, già oggi caratterizzato da una forte crescita del trasporto marittimo di corto raggio (Short sea) e che potrà assumere un ruolo ancor più centrale per il mercato del nordest, perseguendo obiettivi legati alla crescita industriale dei Balcani verso le aree del nord America e dell’estremo oriente. L’Alta Velocità permetterebbe di collegarci meglio con il resto d’Italia e d’Europa, e di migliorare la nostra competitività. In realtà si tratta di un vantaggio competitivo per l’intero Paese, perché già oggi la nostra Regione svolge un ruolo fondamentale verso est e nord, con il Porto di Trieste, nodo core della rete TEN-T dei Corridoi Mediterraneo e Baltico-Adriatico della Rete Core. L’integrazione di Alta Velocità per le persone e Alta Capacità per le merci sono aspetti che se sviluppati in una logica di crescita economica territoriale, consentirà al sistema Regione di svolgere un ruolo fondamentale nell’Europa del prossimo domani caratterizzato da un naturale spostamento ad EST del baricentro produttivo dell’Unione. Un aspetto che si svilupperà in modo esponenziale con la ricostruzione della martoriata Ucraina».
Anche se dovesse passare l’ipotesi, quale posizione intende assumere per il tratto sotterraneo nel Carso triestino, visto che la Regione ha dato lo stop a RFI per i sondaggi?
«In sintesi, ritengo necessaria l’Alta Velocità fino a Trieste Airport. Per quanto riguarda il tratto sotterraneo nel Carso triestino, ho molte perplessità sull’opportunità di intervenire su un territorio con delle fragilità geologiche evidenti. Non ho difficoltà ad esprimere la mia contrarietà a quest’idea».
Quali vantaggi porterebbe, secondo lei, al porto di Trieste, rendendo possibile sfruttare l’Alta capacità?
«Le performance del sistema portuale dell’Alto Adriatico registrano dati di crescita complessivi. l’Alta Capacità ferroviaria va vista, non solo in relazione al porto di Trieste, ma all’intero sistema portuale Monfalcone e Porto Nogaro, senza tralasciare l’importanza degli interporti regionali. Penso in modo particolare all’Interporto di Pordenone che con la realizzazione della stazione elementare, con entrata da entrambe le direzioni lungo la linea pedemontana accrescerà di molto l’Intermodalità gomma-ferro. La linea ferroviaria che dal Veneto transita a Pordenone, Udine verso l’Austria ha già le caratteristiche proprie dell’Alta Capacità: massimo carico e massimo ingombro. Va ricordato che anche Interporto di Pordenone è stato inserito nella rete TEN-T giacendo sulla rete comprehensive ferroviaria (sezione Treviso-Udine). Mi piace ragionare secondo logiche di sistema».
In un recente incontro con Confapi, ha parlato di migliorie necessarie lungo la rete viaria di collegamento sull’asse Est-Ovest e in direzione dell’Austria. Può essere più specifica?
«Ho parlato di migliorie necessarie lungo la rete viaria di collegamento interna alla Regione e ovviamente verso le nazioni confinanti. Fondamentale è sviluppare una viabilità adeguata alle necessità del territorio pordenonese: gronda nord, Cimpello-Gemona, snodo di Ponte Meduna. Tutti argomenti che da ingegnere ed ex assessore alla viabilità del Comune di Pordenone conosco molto bene. Ma devo dire che in questi due mesi di lavoro come assessore regionale alle infrastrutture e territorio, sto approfondendo tematiche analoghe su tutto il territorio regionale, riscontrando criticità in Carnia, come nel goriziano o nell’udinese. Mi preme sottolineare che alcune grandi opere, avviate da chi mi ha preceduto, stanno venendo alla luce. Mi riferisco al completamento della terza corsia da Portogruaro a Latisana. Ma mi piace anche pensare che la recente inaugurazione della cosiddetta “Circonvallazione Sud” conferente all’Interporto di Pordenone, possa simboleggiare, nonostante le lungaggini e i ritardi, la concretezza e la perseveranza nel costruire opere per il presente, ma soprattutto per il futuro della nostra comunità regionale. Si tratta infatti di un’infrastruttura viaria di pochi chilometri, complessa tecnicamente, ma essenziale che oltre a velocizzare i collegamenti ha messo in sicurezza il trasporto pesante rispetto alla viabilità cittadina. Aspetto fondamentale per far convivere sviluppo economico e qualità della vita dei residenti».
Il sistema logistico regionale (in collaborazione con l’Autorità di sistema portuale), per presentare un’offerta integrata ai mercati di centro ed est Europa, è stato uno dei cavalli di battaglia dell’amministrazione regionale uscente. Cosa è previsto nei prossimi anni, in quanto ad interventi concreti?
«Mi piace pensare al concetto di “Regione Porto”. Un’idea che veda il sistema portuale dell’Alto Adriatico: Trieste e Monfalcone con Porto Nogaro integrati alla rete degli interporti regionali: Trieste (con le due sedi Fernetti e FREEste ex Wartsila), Cervignano, SDAAG Gorizia e Pordenone Centro Ingrosso svolgere un ruolo attrattivo per grandi investitori privati in produzione industriale, logistica integrata di ultima generazione e sviluppo di reti ed energie a basso impatto ambientale. Penso ad interventi in infrastrutture che abbiano un effetto volano sul sistema produttivo regionale».
Porto Nogaro è utile per le aziende insediate nell’Aussa Corno, ma in tanti lo ritengono una spesa eccessiva – da parte del pubblico – per la difficoltà dei dragaggi. Essendo un porto regionale e fuori dall’Authority, come prevede di svilupparlo?
«Porto Nogaro è un porto importante per le aziende dell’Aussa Corno e uno sfogo naturale per la produzione industriale pesante. Tuttavia, è vero che i dragaggi sono costosi. Ma ritengo siano aspetti che vadano considerati da un punto di visto generale. Ovvero, se i dragaggi permettono uno sviluppo generale del sistema portuale regionale e dell’intero comparto industriale, questi non sono costi, ma investimenti necessari. In questo caso la Regione è pronta a fare la sua parte».
Quali sono, verosimilmente, le tempistiche per l’entrata in vigore della Zona logistica semplificata?
«La Zona logistica semplificata è uno strumento che permetterà alle aziende di ridurre i costi burocratici e doganali. La legislazione relativa alle ZLS dovrebbe entrare in vigore nel 2023. La regione ha fatto la sua parte. Ora le tempistiche dipendono dal ministero alle Infrastrutture e ai Trasporti. Ma sono convinta che il Governo guidato da una donna come Giorgia Meloni saprà operare velocemente nell’interesse dell’intero Paese».
Quali vantaggi pratici porterà alle aziende del Friuli Venezia Giulia insediate nei territori che ne beneficeranno?
«Personalmente non credo ad una funzione salvifica delle ZLS. Ma integrate ad altri fattori competitivi favorevoli, porteranno alcuni vantaggi pratici alle aziende del Friuli Venezia Giulia insediate nei territori che ne beneficeranno. Per la nostra Regione l’impatto riguarda solamente, la semplificazione burocratica. Ritengo molto più importante la visione di un sistema produttivo regionale che configurando un cluster generale, metta in relazione la filiera produttiva, logistica e trasportistica, rendendo la nostra Regione, veramente “speciale” e luogo ideale dove s’incontrano fornitori, produttori e clienti, grazie ad un sistema di affidabilità logistica che renda più sicuro e veloce il passaggio delle merci da e per i consumatori».
In concreto e senza giri di parole, quali sono stati i più significativi aggiustamenti di Bilancio messi in campo dalla Regione Fvg per trasporti e infrastrutture?
«Sarò altrettanto didascalica. Complessivamente l’assestamento di bilancio batte a 706 milioni di euro. Nel dettaglio desidero evidenziare per trasporti (ferroviario, pubblico locale, per vie d’acqua e altro) 26.780350 di euro; per viabilità e infrastrutture 36.164.710,27; per energia e diversificazione delle fonti energetiche 45.000.000.
Forse esula dalla domanda, ma personalmente considero anche gli investimenti in urbanistica e assetto del territorio, difesa del suolo, tutela, valorizzazione e recupero ambientale, servizio idrico integrato aspetti correlati e questi complessivamente a 96.054.628. Complessivamente, un ottimo lavoro di squadra. Una Giunta ed una maggioranza che costruiscono il futuro della nostra magnifica Regione».