VENEZIA – Il porto veneziano torna alla sua piena operatività dopo tre giorni di sciopero. Tra mercoledì e venerdì l’adesione è stata «alta», riferiscono le sigle sindacali, con le due componenti, le richieste nazionali e la vertenza locale, che hanno contribuito a creare disagi alla gestione operativa. A oggi, riferisce Marino De Terlizzi della Fit-Cisl «si sono registrate code con ritardi alle navi che dovranno smaltire tre giorni nell’arco di quattro».
Nella giornata di oggi i lavoratori della Nuova Clp hanno ritirato il picchetto, tornando nella sede della Compagnia per prendere i turni. La piena ripresa delle attività era però subordinata alla presentazione ufficiale dell’ordinanza, che è stata abbozzata in commissione consultiva in mattinata ed è stata approvata nel pomeriggio dal Comitato di gestione. Alla fine l’Autorità portuale ha stabilito, come da richiesta dei sindacati, di alzare il compenso dell’avviamento dell’ “Articolo 17” a 290 euro.
«Siamo tutti contenti del risultato, ma siamo spiaciuti per esser dovuti arrivare a questo punto. Si poteva contemperare le parti visto che è da tre anni che ci lavoravamo e tutti erano a conoscenza delle richieste. Peccato aver dovuto produrre un danno sia a porto che lavoratori», ha commentato De Terlizzi.
L’Autorità portuale ha confermato lo scioglimento del nodo in una nota che spiega il raggiungimento dell’obiettivo attraverso un comitato di gestione straordinario: “Oggetto dell’incontro, che è seguito alla riunione della Commissione consultiva del porto di Venezia, è stato l’aggiornamento tariffario dell’impresa ex art. 17 L. 84/1994 deputata alla fornitura del lavoro portuale temporaneo che è stato elevato a 290 euro come tariffa base per il turno di sei ore”.
L’approvazione, avvenuta all’unanimità, è stata commentata così dal presidente Fulvio Lino di Blasio: «L’Autorità – e colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente tutto lo staff dell’Adsp e il segretario generale – ha organizzato in tempi rapidissimi un Comitato di gestione straordinario al fine di agevolare la ripresa dell’attività dello scalo veneziano. Lo sciopero stava già provocando notevoli problemi a tutte le aziende operanti a Venezia, pertanto abbiamo deciso di venire incontro alle richieste avanzate dalla Nuova Compagnia Lavoratori Portuali e dalle organizzazioni sindacali in merito all’aumento tariffario per le prestazioni regolamentate dall’art. 17 della Legge 84/94. L’ordinanza, che è stata condivisa da tutti i soggetti presenti in comitato e avrà effetto immediato interessando circa un centinaio di lavoratori, si è resa necessaria per dare un segnale di certezza e garantire la ripresa delle attività di un porto in cui operano oltre un migliaio di aziende e lavorano 21mila persone. È stata una decisione molto difficile in quanto il compito dell’Adsp è quello di trovare un equilibrio tra tutte le forze che operano nel nostro complicato sistema portuale; il miglior modo per superare gli ostacoli deve rimanere il confronto costruttivo – che Adsp ha sempre garantito e promosso – che consideri un equo bilanciamento di tutte le risorse che contribuiscono allo sviluppo del nostro grande porto».