TRIESTE – Anche il Porto di Trieste è coinvolto nella discussione del Piano nazionale di ripresa e resilienza con il timore che alcuni progetti non possano essere completati in tempo.
In realtà, l’Autorità portuale guarda al Fondo complementare al Pnrr: stanziamenti statali ma con le stesse regole imposte dall’Ue e quindi termine al 2026 per l’esecuzione dei lavori. In ballo, fra Trieste e Monfalcone, ci sono più di 400 milioni di euro e i tempi per spenderli sono stretti. La grossa differenza con la procedure del Pnrr è dettata dal fatto che la decisione di eventuali proroghe resta in capo al Governo nazionale. Proroghe che potrebbero essere necessarie per il progetto più impegnativo. Si tratta, in origine, di 180 milioni di euro per “Estensione delle infrastrutture comuni per lo sviluppo del Punto franco nuovo”. Le aree in questione sono quelle un tempo appartenenti allo stabilimento siderurgico della Ferriera e oggi destinate a diventare scalo ferroviario e retroporto del futuro Molo VIII, attualmente occupate dalla Piattaforma Logistica. L’intervento principale riguarda la stazione ferroviaria di Servola con annessi servizi (palazzine per controlli fitosanitari e altri). Compresi nello stanziamento anche alcuni interventi sulla Grande viabilità, strada di collegamento con la rete nazionale e internazionale.
«Si tratta senz’altro dell’intervento più complesso, che coinvolge l’Accordo di programma per l’ex Ferriera. Il progetto è stato presentato al Consiglio superiore dei lavori pubblici – spiega il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale, Zeno D’Agostino – e mi preoccupa di più la fase autorizzativa che quella di esecuzione dei lavori. In quella fase ci può essere qualche mese in più, ma gli anni di ritardo, di solito, vengono persi per adeguamenti al Piano regolatore o altre approvazioni che coinvolgono soggetti pubblici»
La fase autorizzativa è appena iniziata, dovrebbe durare quattro mesi mesi ma, nonostante le procedure velocizzate previste per gli interventi strategici, coinvolge una tale mole di soggetti, che l’obiettivo di andare in gara a settembre appare arduo. Il soggetto attuatore (quindi l’Authority) deve convocare una Conferenza dei servizi coinvolgendo, tra gli altri, tre Ministeri, gli enti locali, l’Azienda sanitaria, La Capitaneria di porto, l’Agenzia delle Dogane, quella del Demanio, RFI, Terna e Arpa (Agenzia regionale dell’ambiente). Una corsa contro il tempo.
Difficile pensare che, se non ci saranno proroghe, si possano rispettare i tempi, soprattutto nel caso in cui, alcuni dei soggetti coinvolti, chiedano integrazioni al progetto.
I lavori – è questa una delle principali “velocizzazioni” della procedura – verranno affidati con la cosiddetta Progettazione di fattibilità tecnico-economica (Pfte), mentre i progetti esecutivi verranno fatti dalle imprese che vinceranno i bandi.
Con gli altri progetti ballo, la situazione dovrebbe essere migliore, anche se la complessità di iter burocratici e interventi “sul campo” è ben presente nei pensieri del team dell’Authority che sta gestendo le pratiche.
Il terminal container del Molo VII attende lavori per 100,5 milioni e il progetto dovrebbe essere pronto a breve. Qui si tratta di ammodernamenti funzionali alla struttura.
Due i grandi progetti (non ancora pronti) a ridosso della Valle delle Noghere: 60 milioni di euro per acquistare aree private (acquisti già effettuati), ma anche per operazioni di bonifica. Poi 45 milioni per “Banchinamento parziale del terminal Noghere (fase I secondo il PRP 2016), comprensivo di dragaggio del canale di servizio e di collegamento alla viabilità”. In questo caso l’intervento sarà sulla parte pubblica dell’estremo Sud-Est delle aree portuali, dove si realizzerà la banchina prevista dal Piano regolatore portuale. Si tratta dell’area sulla quale sorgerà il terminal di Adria Port, società controllata dal governo ungherese, che si svilupperà anche su terreni privati. In questi due progetti è fondamentale l’intervento del ministero dell’Ambiente e i timori sulle tempistiche non sono fugati.
Tre degli interventi di elettrificazione delle banchine (cold ironing) sono invece già in gara: Molo VII, Molo Bersaglieri (Stazione marittima) e Molo V-Riva Traiana (terminal Ro-Ro). Il cold ironing della Piattaforma logistica e del porto di Monfalcone, invece, dovrebbero andare in gara di affidamento lavori a breve termine.